100+ ricercatori per la Ricerca Medico Scientifica Italiana. 57% donne con l’età media di 34 anni nel target RTDA

Sono già 111 i ricercatori contrattualizzati da Heal Italia, di cui 87 RTDA nel target 57% donna con età media 34 anni e 24 dottorandi a cui si aggiungeranno gli ulteriori 31 RTDA e i 48 PhD del dottorato nazionale in corso di reclutamento. La Fondazione ha intenzione di dedicare loro una campagna indirizzata al concetto di Open Science per la Medicina di Precisione chiamando a collaborare la “Ricerca Scientifica Nazionale e Internazionale”.

Al via il Dottorato di Ricerca in Medicina di Precisione

Heal Italia propone l’istituzione di un Dottorato di Interesse Nazionale (DIN) in Medicina di Precisione con sede amministrativa presso l’Università degli Studi di Palermo che è anche soggetto proponente del progetto “HEALITALIA – Health Extended Alliance for Innovative Therapies, Advanced Lab-research, and Integrated Approaches of Precision Medicine” finanziato nell’ambito del PNRR (Missione 4 “Istruzione e Ricerca” Componente 2 “Dalla Ricerca all’Impresa”) che rappresenta la prima rete di ricerca multidisciplinare italiana di Università, IRCCS e Imprese a supporto della ricerca traslazionale per diagnosi e terapie avanzate nella lotta alle malattie cardiovascolari, metaboliche, rare e al cancro.

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Il prof. Andrea Pace e il prof. Giorgio Stassi rappresentano la delegazione italiana alla conferenza della presidenza del consiglio svedese “Life Sciences – The Era of Personalised Medicine”, 26 – 27 giugno 2023, Stoccolma

Prof. Andrea Pace, Presidente di Heal Italia e Prof. Giorgio Stassi, Spoke committee e Scientific coordinator di Heal Italia.

La conferenza mette in luce le scienze della vita, con l’obiettivo di compiere il passo successivo nello sviluppo e nell’organizzazione della medicina personalizzata, una questione chiave per l’Europa. Fornirà un’opportunità per il dialogo internazionale e la collaborazione tra le principali parti interessate. La conferenza metterà in luce l’importanza della ricerca e dell’innovazione, evidenzierà le opportunità e le sfide e definirà il futuro corso dell’Europa.

Medicina di precisione, via a Heal Italia: prima filiera nazionale

È nata Heal Italia, la prima filiera nazionale dedicata alla ricerca e all’innovazione nel campo della Medicina di Precisione, finanziata con 114,7 milioni di euro. L’iniziativa fa parte di uno dei 14 partenariati estesi previsti dal Pnrr nell’ambito della Missione 4 Componente 2 ‘Dalla Ricerca all’Impresa’, con lo scopo di investire in poli di innovazione per rafforzare le filiere della ricerca a livello nazionale e promuovere la loro partecipazione alle catene di valore strategiche europee e globali.

Il progetto Heal Italia (Health Extended Alliance for Innovative Therapies, Advanced Lab-research, and Integrated Approaches of Precision Medicine) è stato presentato dall’Università di Palermo, in qualità di soggetto proponente, insieme ad altre 11 Università, l’Istituto Superiore di Sanità, cinque Istituti di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico, sei aziende e una fondazione di ricerca, e rappresenta la prima rete nazionale di scienziati, tecnologi e giovani ricercatori che sviluppano conoscenze e tecnologie innovative al fine di portare il Sistema Sanitario Nazionale nell’era contemporanea della Medicina di Precisione attraverso nuovi metodi, nuovi servizi e un network di dati clinici a supporto della ricerca traslazionale per diagnosi e terapie avanzate nella lotta al cancro e alle malattie cardiovascolari, metaboliche e rare.

Molto importante il ruolo del Bi-Rex-Competence Center di Bologna specializzato sui Big Data, che all’interno di questo progetto lavorerà a supporto dei processi di trasformazione digitale e Big Data Management nei confronti del mondo della sanità, del farmaceutico, della ricerca e innovazione. Complessivamente, il team di ricerca è composto da 350 ricercatori afferenti ai partner di progetto e verrà ulteriormente potenziato con il reclutamento di più di cento nuovi ricercatori e formando oltre cento dottorandi.

Il progetto, coordinato da Giorgio Stassi, docente di Scienze Tecniche di Medicina di Laboratorio, ha come scopo quello di “identificare e ridurre le disuguaglianze sanitarie oggi estremamente ampie tra Nord e Sud Italia, sviluppando una roadmap di collaborazione interregionale per definire strategie innovative basate sull’evidenza scientifica e facilmente utilizzabili nella pratica clinica”, spiega Stassi. “L’obiettivo generale è quello di fornire percorsi diagnostici predittivi e non invasivi, nuovi, economicamente vantaggiosi e basati sull’evidenza“.

Si punta quindi alla creazione di soluzioni a sostegno delle terapie innovative e della diagnosi precoce, consentendo al cittadino di scoprire il prima possibile la patologia e curarla al meglio e offrendo al sistema sanitario sistemi utili alla gestione quotidiana dei servizi territoriali e di presa in carico del paziente. “La nostra visione è quella di facilitare la transizione verso strumenti di rilevamento ultrasensibili, efficienti in termini di costi e di tempo, che consentano la diagnosi precoce e lo screening frequente dei pazienti, due delle pietre miliari degli approcci alla medicina di precisione. Lo sviluppo di dispositivi innovativi per la diagnosi di precisione e la terapia personalizzata influenzerà il decorso della malattia e i risultati specifici del paziente”.

Le otto unità operative del progetto seguono il percorso logico della ricerca traslazionale e vanno dallo spoke di Holistic Nosology per identificare, classificare e perfezionare i fenotipi delle malattie multifattoriali, a quello di Intelligent Health per la gestione dei dati e lo sviluppo di metodi avanzati, algoritmi e approcci di apprendimento automatico basati su intelligenza artificiale e machine learning per l’integrazione dei dati sanitari, Prediction Models per lo sviluppo di metodi al supporto di diagnosi precoci e prognosi personalizzate, 4D-Precision Diagnostics per una diagnosi “precisa nello spazio e nel tempo” basata su approcci quadridimensionali che integrano biomarcatori clinici e di imaging, Next-Gen Therapeutics per la progettazione e validazione di strategie terapeutiche innovative e personalizzate basate sui dati del singolo paziente, Healthy Toolbox per lo sviluppo di dispositivi innovativi per la diagnosi e terapie di precisione, Prevention Strategies per lo sviluppo di strategie di prevenzione e di medicina di genere basate su approcci integrati e su dati biometrici ambientali, di stile di vita e clinici, Clinical Exploitation per la convalida clinica e l’implementazione di approcci innovativi di medicina di precisione predittiva, preventiva, diagnostica e terapeutica, basati su fenotipi molecolari e clinici consolidati o emergenti e su protocolli decisionali guidati dall’intelligenza artificiale.

“Abbiamo fatto un grande lavoro di squadra con tutti i soggetti partecipanti, non solo dal punto di vista dell’impostazione scientifica, ma anche condividendo l’impostazione gestionale, superando logiche esclusivamente accademiche o aziendali e prevedendo ruoli di governance equilibrati fra soggetti pubblici e privati per garantire la funzionalità delle scelte”, afferma Andrea Pace, Presidente della Fondazione Heal Italia. “Lo schema di lavoro proposto e condiviso ha previsto l’identificazione di Spoke tematici, interdisciplinari e fortemente interconnessi per sviluppare soluzioni per classi di patologie ad alto impatto sociale come il cancro e le malattie cardiovascolari, metaboliche e rare. Questa sfida richiede una strategia condivisa, coordinata e multisettoriale, basata su una filiera metodologica di ricerca trasversale che includa tutte le fasi, da quelle di prevenzione e screening alla diagnostica avanzata fino alla medicina personalizzata, con la visione a lungo termine di soddisfare il diritto di ogni persona a ricevere in modo omogeneo servizi sanitari efficaci, personalizzati e sostenibili, nel rispetto della privacy e della protezione dei dati, a beneficio dell’intera comunità”.

Medicina di Precisione, al via il parternariato esteso Heal Italia: l’Alma Mater guida uno degli Spoke

Finanziata nell’ambito del PNRR, l’iniziativa svilupperà conoscenze, ricerche e tecnologie innovative al fine di portare il Sistema Sanitario Nazionale nell’era contemporanea della Medicina di Precisione. L’Università di Bologna è alla guida di una delle otto unità operative, focalizzata sull’uso di dati su larga scala per promuovere la medicina di precisione nella diagnostica e in campo terapeutico.

Si chiama HEAL ITALIA la prima filiera nazionale dedicata alla ricerca e all’innovazione nel campo della Medicina di Precisione. L’iniziativa fa parte di uno dei 14 partenariati estesi previsti dal PNRR nell’ambito della Missione 4 Componente 2 “Dalla Ricerca all’Impresa”, con lo scopo di investire in poli di innovazione per rafforzare le filiere della ricerca a livello nazionale e promuovere la loro partecipazione alle catene di valore strategiche europee e globali.

Il progetto HEAL ITALIA – “Health Extended ALliance for Innovative Therapies, Advanced Lab-research, and Integrated Approaches of Precision Medicine”, che ha una dotazione di 114,7 milioni di euro, è stato presentato dall’Università degli Studi di Palermo, in qualità di soggetto proponente, insieme ad altre 11 Università, l’Istituto Superiore di Sanità, 5 Istituti di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), 6 aziende e una fondazione di ricerca.

Si tratta della prima rete nazionale di scienziati, tecnologi e giovani ricercatori che, con approccio olistico e multidisciplinare, condividono e sviluppano conoscenze, ricerche e tecnologie innovative al fine di portare il Sistema Sanitario Nazionale nell’era contemporanea della Medicina di Precisione. Attraverso nuovi metodi, nuovi servizi e soprattutto un importante network di dati clinici a supporto della ricerca traslazionale saranno messi a punto nuovi strumenti per diagnosi e terapie avanzate di cancro e malattie cardiovascolari, malattie metaboliche e genetiche rare.

L’Università di Bologna è uno degli atenei partner e partecipa direttamente alle attività di tutte le otto unità operative (Spoke) in cui è articolato il progetto.

“Con la partecipazione a questo partenariato, l’Università di Bologna si pone in prima linea nella lotta a patologie ad alto impatto sociale e sanitario, mediante lo sviluppo di tecniche innovative per la diagnosi e la terapia su misura per il paziente”, dichiara Alberto Credi, Prorettore alla Ricerca dell’Alma Mater. “Il coinvolgimento di strutture ospedaliere, fra cui l’IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, e di importanti partner industriali consentirà di valorizzare al meglio i frutti della ricerca scientifica, per assicurare ai cittadini un’assistenza sanitaria sempre più all’avanguardia”.

In particolare, l’Alma Mater gestirà il coordinamento dello Spoke 2, dedicato alla salute “intelligente”, ovvero alla gestione dei dati e sviluppo di metodi avanzati, algoritmi e approcci di intelligenza artificiale per integrare i big data sanitari.

“L’Università di Bologna coordinerà lo Spoke di Intelligent Health focalizzato sull’uso di dati su larga scala per promuovere la medicina di precisione nella diagnostica e in campo terapeutico”, spiega Stefano Diciotti, professore al Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi” e coordinatore dello Spoke 2. “Questo obiettivo verrà raggiunto sfruttando soluzioni di storage e analisi di big data multi-livello, che rispettino la legislazione vigente in merito alla sicurezza e alla protezione dei dati sanitari; in particolare, verrà fatto ricorso ad innovativi sistemi di intelligenza artificiale per integrare dati di varia natura, come dati clinici, molecolari e di imaging”.

Nel suo insieme, HEAL ITALIA vuole consolidare e innovare i risultati già raggiunti in oncologia trasferendoli ad ulteriori contesti emergenti, promuovendo la ricerca di base che genera approcci di prevenzione, screening, stratificazione del rischio, diagnosi precoce e terapie di precisione personalizzate per i fenotipi di malattia recentemente definiti. Applicato a tutte le discipline mediche, questo approccio consentirà al Servizio Sanitario Nazionale di applicare protocolli individuali più sicuri ed efficaci in aree quali, ad esempio, la chirurgia di precisione e la radioterapia di precisione.

Il progetto è molto ambizioso, in quanto comprende otto network interregionali che coprono tutti gli ambiti di interesse della medicina di precisione (dalle ricerca sulle scienze omiche, alle nuove tecnologie per diagnosi precoci, al riposizionamento di farmaci, a nuovi protocolli per la prevenzione primaria, secondaria e terziaria, a nuovi protocolli clinici per trattamenti radioterapici), con la partecipazione di numerosi affermati scienziati che operano per la prima volta all’interno della stessa “rete-madre”. L’obiettivo è portare al letto del paziente soluzioni, terapie innovative e diagnosi precoce, consentendo al cittadino di scoprire il prima possibile la patologia e curarla al meglio, ed offrendo al sistema sanitario soluzioni utili alla gestione quotidiana dei servizi territoriali e di presa in carico del paziente.

“È un’opportunità di una portata che non si è mai vista per il sistema italiano della ricerca e che bisogna cogliere consapevoli, sin dall’inizio, che le risorse messe in campo dall’Unione europea rappresentano un investimento piuttosto che un finanziamento; una sottile differenza semantica che deve responsabilizzare tutti gli attori in campo”, dice Andrea Pace, Presidente della Fondazione HEAL ITALIA. “Questa sfida richiede una strategia condivisa, coordinata e multisettoriale, basata su una filiera metodologica di ricerca trasversale che includa tutte le fasi, da quelle di prevenzione e screening alla diagnostica avanzata fino alla medicina personalizzata, con la visione a lungo termine di soddisfare il diritto di ogni persona a ricevere in modo omogeneo servizi sanitari efficaci, personalizzati e sostenibili, nel rispetto della privacy e della protezione dei dati, a beneficio dell’intera comunità”.

Complessivamente, il team di ricerca è composto da 350 ricercatori afferenti ai partner di progetto: Università di Tor Vergata, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Università di Palermo, Sapienza – Università di Roma, Università di Milano Bicocca, Università di Modena e Reggio Emilia, Università Politecnica delle Marche, Università di Pisa, Università di Cagliari, Università di Catania, Università di Foggia, Università di Verona, l’Istituto Superiore di Sanità, Fondazione Toscana Life Sciences, IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna Sant’Orsola, Centro di Competenza Nazionale BI-REX, IRCCS Istituto Neurologico Mediterraneo (Neuromed), IRCCS Istituti Fisioterapici Ospedalieri, IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, IRCCS Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, Istituto Oncologico del Mediterraneo, Engineering Ingegneria Informatica, Sordina Iort Technologies, Sanofi CHC, UPMC Italy. Una squadra che verrà ulteriormente potenziata con il reclutamento oltre 100 nuovi ricercatori e formerà più di 100 dottorandi.